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Mercoledì 10 maggio 2023
Presentazione dei romanzi di Carlo Silini

Il ladro di ragazze
Latte e sangue
Le ammaliatrici

Moderatore: Enrico Carpani

Ore 18.00
Osteria Ronchetto
Comano

Chi fosse interessato a fermarsi a cena è pregato di annunciarsi al numero 0919411155.


La trilogia – Video: “Il ladro di ragazze”, “Latte e sangue”, “Le ammaliatrici”


IL LADRO DI RAGAZZE
Un’antica leggenda del Mendrisiotto narra di un non meglio precisato mago padrone di un castello in una zona solitaria alle pendici del Monte San Giorgio (Cantone) – che con l’aiuto delle sue guardie rapisce giovani e povere ragazze nella pianura tra Mendrisio e Rancate. I vecchi raccontano di una grotta situata nel bosco dove le fanciulle venivano rinchiuse e rese vittime di un misterioso gioco magico. Il romanzo fa rivivere l’ambiente sociale, religioso e popolare dei baliaggi svizzeri a Sud delle Alpi e del Ducato di Milano nella prima metà del Seicento. L’autore costruisce una vicenda incentrata su un gruppo di personaggi in parte inventati e in parte tratti dai documenti dell’epoca. In questo scenario si inserisce una grandiosa quanto ardita caccia all’uomo – disseminata di clamorosi errori giudiziari – che si intreccia con storie d’amore, omicidi, briganti, nobili e villani.


LATTE E SANGUE
Secolo brumoso e sanguinario, il Seicento, nelle terre tra il Ducato di Milano e i baliaggi svizzeri a sud delle Alpi. Maddalena de Buziis è l’ultima sopravvissuta di un’atroce vicenda di rapimenti, stupri ed uccisioni commessi da un oscuro personaggio dedito alle arti negromantiche fuggito da Vimercate verso le terre elvetiche: il Mago di Cantone. La vicenda è narrata nel precedente romanzo, Il ladro di ragazze.
Maddalena vive in un villaggio discosto della Brianza e si occupa dei nonni acquisiti, molto malati. Li cura con “erbe e sguardi” perché conosce i segreti delle piante: è una “strega buona”.
Inquieta, cerca amore e, soprattutto, la verità su se stessa. A volte si apparta nei boschi e danza da sola, al bramito dei cervi, perché “qualsiasi cosa succeda, l’importante è ballare”.
Mentre ancora cerca di riprendersi dalla sconvolgente disavventura vissuta nelle terre svizzere, qualcuno si mette sulle sue tracce per scovarla a tutti i costi.
È un sicario della più feroce banda criminale del confine italo-svizzero. Ma il mandante è un enigmatico religioso che elabora trame inquietanti in uno spartano riparo sul Monte Generoso: l’Uomo dei Trii Böcc. Invece di scappare per sottrarsi alla cattura, Maddalena parte al contrattacco e si mette sulle tracce dei suoi persecutori.


LE AMMALIATRICI
Di quanti destini straordinari si sono perse le tracce nei secoli?
Di quante storie di cui abbiamo smarrito memoria rimangono come unici e muti testimoni i luoghi in cui sono segretamente avvenute: i tavolacci delle vecchie osterie, i muri scalcinati delle chiese, le algide sale di tribunale, le celle conventuali, i manicomi, i bordelli, gli ostelli di santità e poi le valli ombrose, i campi di grano, gli anfratti più silenti delle caverne?
Così, quando un bizzarro condannato a morte di nome Bargniff si siede sul ceppo dove dovrà appoggiare il capo per ricevere il colpo ferale del boia e racconta le incredibili vicende di Maria del Maté, la giovane musa ispiratrice dei carnevali di Milano e di Maddalena de Buziis, la Madonna-strega dei baliaggi svizzeri, capita che nessuno gli creda.
Perché il Bargniff è un ladro, un truffatore, un volgare casciaball ed è bene che la sua vita sbandata finisca lì, nel campo del Nebbiano, il giorno del Signore 12 novembre 1664; prima che qualcuno prenda per buoni i suoi farneticamenti da ubriaco, prima che il mondo scopra che in un tempo indefinito di fine Seicento, a cavallo tra il Ducato di Milano e le più impervie valli prealpine, un gruppo di disperati e sognatori dava vita alla leggendaria Compagnia dei campi, e che uno spietato manipolo di persecutori di streghe e creatori di sante avviava una caccia ottusa e feroce per cancellarla dal mondo, insieme al piccolo Paradiso terrestre che era riuscita a creare tra i verdi spiracoli della pianura che attraversa il confine.


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