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VIAGGIO AFFETTIVO TRA I CANTONI DELLA STORIA
Di Paolo Romano
Terra di paesaggi montani e lacustri, di antiche tradizioni e di singolarità storica, culla della neutralità pacifica e meta di emigrazione interna all’Europa, nella quale si pone come centro geografico ideale. Eppure mancano i reportage d’autore sulla Svizzera, forse perché lontana dagli esotismi d’Oriente e d’Occidente.
Lorenzo Sganzini mette su carta un racconto di viaggio che è anche un tuffo in un ambiente antropico e naturale unico al mondo, il compendio sentimentale di un coacervo di intrecci culturali che sposano la bellezza e la singolarità del paesaggio svizzero. Dal Cervino alle gole della Schöllenen, dai borghi alla capitale, dal Grütli ai diversi cantoni: è un itinerario che non segue le tradizionali configurazioni statiche delle guide turistiche. È piuttosto un viaggio sentimentale, ricco di aneddoti e curiosità che finiscono per affascinare sia chi conosce la Svizzera sia chi non vi è mai stato.
Sganzini tira fuori dal tempo i personaggi della storia d’oltralpe, da Guglielmo Tell a Nicolao della Flüe, dal generale Guisan ad Arturo Giacometti, dal pittore Ferdinand Hodler allo scrittore Friedrich Dürrenmatt. Passando attraverso il Reno e il Danubio, il racconto si caratterizza – è il caso di dire – come un fiume impetuoso, dove la storia e la geografia sono soltanto i due grandi contenitori per un condensato di motivi che spaziano in diversi ambiti del sapere.
Il viaggio si conclude al Palazzo federale di Berna, città museo di una storia interiore e plurale. “Desideravo superare i luoghi comuni, abbandonare orologi a cucù, mucche, città ordinate e pulite – spiega l’autore – per ritrovare e soprattutto raccontare una storia fatta di complessità e molte grandezze». Qualcosa che va oltre, quindi, i pascoli e le mucche, i montanari in abiti tipici e il folclore. Centrali sono le città, vere culle di civiltà, ponti tra l’aspro ambiente alpino e le valli.
Non sfiorata dalla guerra che ha insanguinato il Continente, la Svizzera è fiera di un passato reso più forte attraverso la forza del pensiero, delle arti e dei saperi concreti. La Svizzera è colta da Sganzini nella sua anima più vera, senza travestimenti né “agiografie geografiche”, ci sia consentito il gioco di parole.
In cammino con l’autore si coglie il genius loci, il coacervo di natura e cultura fusi insieme in una terra antica, attenta a non smarrire le sue tradizioni custodite dalle grandi montagne. La Confederazione elvetica, l’antica “Helvetia”, si fa idealmente corpo di donna, figura femminile da indagare e scoprire, oltre i veli stratificati attraverso secoli di oleografia cartolinistica.
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