© Fondazione Sasso Corbaro, Febbraio 2023
In Svizzera. Sulle tracce di Helvetia di Lorenzo Sganzini
Sono un immigrato. Dal 2010 vivo a Lugano. Sono nato in un altro posto, in un altro stato e qui dove sto adesso, non son certo l’unico. Ma son certo di non essere nemmeno l’unico che, per varie e svariate ragioni – tra le quali la supponenza, caratteristica di molti di noi, che se sto in un posto, beh, quel posto lo conosco solo per il fatto di starci – non conosco il posto dove sto. E allora, anche per questo, ho letto in un paio di giorni un romanzo fuori dalla mia abituale comfort zone – come dicono quelli giovani e trendy. Il libro in questione è In Svizzera – Sulle tracce di Helvetia pubblicato di recente dal localissimo editore Gabriele Capelli. L’autore e protagonista è Lorenzo Sganzini, classe ‘59 e tante cose fatte per la cultura in Ticino, il quale «ha avvertito il desiderio di uno sguardo più suo e la necessità di andare a cercarlo in un viaggio attraverso il Paese» (semi-cit. dal testo) dopo aver letto sui giornali, un primo d’agosto, i resoconti dei discorsi per la festa nazionale. E mi dico, sorridendo… magari facessero a tutti questo effetto!
Any way, sì, si è già capito, lo so, ma repetita iuvant (a proposito, se si viaggia si incontra la storia e la storia della Svizzera ci dice che prima che Nostra Signora parlasse tre lingue e un po’, parlava, o forse meglio dire, scriveva anche in latino… vero «Helvetia»?), che questo è, come dice anche la copertina un – aggiungo io bel – «romanzo di viaggio». Un viaggio che Sganzini comincia in Engadina, lassù, sul Piz Lunghin (eh sì, pure i dialetti, pure-i-dialetti si parlano in questa Svizzera!) e finisce dopo varie peregrinazioni e pellegrinaggi – non solo spaziali ma anche temporali – nel palazzone col tetto verde, quello al centro della città dell’orso, dove si decide quotidianamente come Sig. ra Helvetia si deve comportare.
Perché leggerlo? Perché chi non sa, saprà, chi sapeva e ha dimenticato ricorderà e insieme a quelli che sanno già tutto si godranno una lettura interessante, che affronta la materia in maniera briosa e mai noiosa e senza rinunciare ai documentatissimi – prova ne è la ricca bibliografia – dettagli storico-geografici.
Una citazione dal libro: «Quando decido di tornare lassù, allo spartiacque, l’idea stava incominciando a prendere corpo pian piano. Assieme a me c’è Chantal, mia moglie, che mi accompagnerà in tutto il viaggio. La bella giornata d’agosto sembra perfetta, ma come può capitare in montagna d’improvviso ci sorprende il maltempo. La temperatura scende fino quasi a sfiorare lo zero e la nebbia si fa così fitta da rendere persino difficile seguire il sentiero. Gocce taglienti di pioggia portata dal vento ci colpiscono i volti arrossati dal freddo. Senza accorgerci arriviamo al laghetto, la sorgente dell’Inn».
Nicolò S. Centemero
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