© ELLE Decor, 16.05.2022
I libri che ci abitano: Tutto ciò che siamo stati di Olimpia De Girolamo
Ospite della rubrica di Elle Decor dedicata alle novità editoriali, un romanzo palpitante e potente, con Napoli sullo sfondo
Di Paola Maraone
È un libro piccolo solo per il numero di pagine – 128, dense e distillate come il più pregiato dei liquori – ‘Tutto ciò che siamo stati’ di Olimpia De Girolamo (Gabriele Capelli editore), napoletana d’origine, svizzera d’adozione, che con questo suo esordio nella narrativa ha voluto raccontare il ritorno di Anna, la protagonista del romanzo, a Napoli dopo vent’anni per aiutare la sua famiglia nella ricerca del padre, misteriosamente scomparso.
Anna – che aveva trovato pace, riscatto, stabilità all’estero – si trova ad affrontare il ritorno a casa, al rione, alla madre da sempre incapace di morbidezze e di protezione, a un fratello diventato straniero. Spiega l’autrice Olimpia De Girolamo: “Le violenze taciute, certe forme di degrado, i racconti di quanto accadeva nelle famiglie: è questo il materiale che ha ispirato il mio romanzo, frutto di anni di attenta e costante osservazione. La storia di Anna potrebbe essere la storia di molte persone. Spesso nelle famiglie si vivono legami e accadimenti che è scomodo raccontare ma allo stesso tempo necessario, per dare una possibilità di liberazione a chi le subisce. Anna torna a casa, tocca con mano il proprio dolore sepolto ma ancora vivo, e solo dopo averlo affrontato può rinascere”.
Nella casa della sua infanzia, ritrova gli antichi fantasmi. “Vado svelta al bagno, muovendomi in una casa che non abito più, ma che rimane la mappatura della mia storia, dei primi desideri, sogni e progetti di fuga”. Allargando lo sguardo, là fuori, c’è il quartiere in cui Anna è cresciuta. In una narrazione affidata prevalentemente all’italiano, affiora qua e là un dialetto sommesso, perfettamente integrato, autentico ma sempre comprensibile. “A Napoli il quartiere è il depositario della verità di tutti. Voce ‘e popolo, voce ‘e ddio, dice un antico proverbio di queste parti. Non c’è bisogno di indagini della polizia. Il quartiere sa tutto prima che si trovi ogni prova, le prove le crea, le inventa. Soprattutto, il quartiere sa raccontare e nella potenza delle parole sta tutto, fa diventare vera ogni cosa che narra”. All’improvviso è come se gli anni non fossero passati. Anna incontra la sé stessa bambina, i dolori, la parte più recondita e antica di una storia drammatica che sembrava sepolta per sempre. Sullo sfondo c’è sempre la città, avvolgente e connivente. “Tutto si svolgeva così. Un mondo di dentro e un mondo di fuori. I vicoli, i muri scrostati, l’umidità del primo mattino, sembravano indifferenti alle vicende povere e scalcinate della gente del mio quartiere. Invece proprio i muri e le loro crepe, sapevano già tutto, conoscevano ogni dettaglio di ogni famiglia, ogni disperazione, croce da portare, povertà e malattia”.
Questo romanzo caldo e potente, in grado attraverso il racconto dei luoghi di restituire la verità delle dinamiche familiari, nasce in realtà da un racconto, ‘Il primo scalino: l’assalto del passato’, grazie al quale Olimpia De Girolamo nel 2021 ha vinto il premio Opennet. In ‘Tutto ciò che siamo stati’ la storia cresce e si sviluppa rivelando i suoi aspetti più crudi, sempre nella relazione con i luoghi e con l’abitare. Dove anche gli scalini, appunto, hanno un peso, come ricorda la protagonista: “Mi tocca affrontare la gradinata antica, con il piglio ragazzino con cui la facevo in passato pure cinque o sei volte al giorno. Era naturale, per poter accedere alla vita degli altri, di tutti quelli del quartiere, scendere le tante scale e riversarmi per le strade, per i vicoli, nelle piazze assolate che mi ricordavano che c’era vita fuori dalle mura tombali della mia casa familiare”. Quel che accadeva un tempo alla Anna ragazzina torna valido trent’anni dopo, nella ricerca di un padre che somiglia a una discesa agli inferi, dove la Napoli sotterranea fatta di vicoli e caverne nasconde risposte importanti, fino al colpo di scena finale. “Sotto la rena. Sotto il fango. Dentro alla melma. In un pozzo senza fondo non trovo altro che me stessa”.
Link: ELLEdecor.com

E’ bell’ assaje stu romanzo. Complimenti a Olimpia.🌹👏😊