«Uno stile semplice e raffinato», ”Sant’Onofrio e la contessa” – Septem Literary
© Septem Literary, 23.03.2022
Sant’Onofrio e la contessa di Rosario Vitale
Recensione a cura di Cinzia Cogni
Napoli, estate del 1737. Rodolfo Pimi Degli Esposti, giovane benestante paraguaiano con la passione per la musica, sbarca per coronare il suo sogno di studiare nella città con la maggiore tradizione al mondo, Napoli. Il giovane ha talento e riesce a dimostrarlo, ma non può dimenticare una ragazzina, Natalia, incrociata il giorno dello sbarco: povera, sopravvive raccontando storie in cambio di alimenti e qualche moneta. Il giovane ne subisce il fascino, quindi torna più volte al porto sperando di approfondire la conoscenza. La vita di Rodolfo si svolge tra il conservatorio – dove stringe amicizia con Carmine, cadetto che si era opposto fin dalla più tenera età alla carriera militare e in seguito a quella ecclesiastica – ed il porto, dove pian piano conquista la fiducia di Natalia. Il rapporto con la ragazza progredisce fino a trasformarsi in una vera relazione, che si compirà pienamente la sera dell’inaugurazione del Teatro San Carlo, alla quale i ragazzi hanno l’onore di partecipare. Sullo sfondo di una Napoli nel pieno del suo splendore, tutto sembra andare nel migliore dei modi per Rodolfo e Natalia, finché il destino non deciderà altrimenti.
La città di Napoli ha da secoli un legame speciale con la musica, in passato, oltre ad aver dato i natali a noti musicisti, compositori e cantanti, le sue scuole musicali erano già riconosciute a partire dal XVI secolo.
Sarà per questo motivo che l’autore Rosario Vitale, seppur di origine pugliese, ha voluto ricordare e celebrare nel suo ultimo romanzo, la città partenopea del XVIII secolo e il ruolo fondamentale della musica nella vita dei napoletani, in quel periodo storico.
Il Sant’Onofrio che viene citato nel titolo e che è al centro della trama, nel ‘700 fu uno dei principali conservatori di Napoli, qui insegnarono importanti musicisti come Francesco Durante (1634/1755), compositore ricosciuto a livello europeo e uno dei protagonisti di questo romanzo.
Sarà proprio lui ad accettare al Sant’Onofrio, Rodolfo Pimi degli Espositi, un giovane emigrato dal Paraguay con la passione per la musica e a sua volta,un talento naturale come compositore.
Rodolfo è un ragazzo sensibile e riservato, ma la voglia di emergere e l’ardore giovanile non gli mancano, caratteristiche importanti che gli permetteranno di realizzare in parte i suoi sogni. Lavora sodo per se stesso e per la famiglia che ha lasciato in Paraguay, a cui deve il suo futuro, e anche se non vede l’ora di tornare, preferisce aspettare di diventare “qualcuno” prima di far ritorno in Patria.
Per Rodolfo la musica è tutto: la sua passione, il suo futuro, la sua carriera, la sua fortuna, niente sembra poter sostituire questo “amore” nella sua vita…ma il destino ordisce trame strane e il giorno dello sbarco nel porto di Napoli, vede una ragazza che racconta storie ai bambini, da quel momento, il viso e la voce di lei occuperanno i suoi pensieri.
Natalia, così si chiama la giovane, è un’ orfana scappata dal convento dove è cresciuta, che vive dell’elemosina delle persone che apprezzano le sue storie. Riservata, intelligente e dal carattere forte, a causa del suo passato non si fida di nessuno e per questo fatica ad accettare l’amicizia di Rodolfo, il quale pur di conquistarla, inizia un vero e proprio corteggiamento.
In sottofondo a questa storia emerge il settecento borbonico che portò alla città di Napoli sfarzo, migliorie e nuove costruzioni; nello specifico l’autore racconta l’inaugurazione del Teatro San Carlo, che avverrà proprio in quegli anni e dove i protagonisti avranno l’occasione di conoscere il maestro Domenico Sarro, altro importante compositore italiano famoso in tutta Europa.
Con uno stile semplice e raffinato, l’autore riesce a riportare il lettore indietro nel tempo e a fargli rivivere l’epoca di cui narra; questo anche grazie all’attenzione ai dettagli storici e al linguaggio assolutamente consono al contesto.
Se la musica e l’amore sono il fulcro di questo romanzo, anche i temi dell’amicizia e delle diversità lasciano un segno importante in questa storia; sono tematiche che anche se non approfondite, sottolineano la sensibilità di Rosario Vitale; molti infatti, sono anche i messaggi tra le righe che emergono e fanno riflettere.
È stato strano leggere un romanzo storico dove non ci sono eroi e battaglie epiche, dove i protagonisti non sono solo i personaggi citati, ma dividono la scena con Napoli e la sua musica, tra storie e leggende, in un atmosfera reale ma che lascia spazio ai sogni…ed è proprio per questo che lo consiglio vivamente!
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