«L’errore e la colpa quando la vita impone il dubbio», “Errore dell’arte” – La Provincia


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© La Provincia, 02.12.2021

Cultura

L’intervista – Petros Michalopoulos Ticinese di madre, greco di padre è medico oltre che scrittore: “Errore nell’arte” è il suo primo romanzo.
«L’errore e la colpa quando la vita impone il dubbio»
Di Mario Chiodetti

Dario Rossi è un uomo fortunato, ha 32 anni e non è un bamboccione dipendente dai genitori ma un brillante medico con un avvenire spalancato, una splendida ragazza da amare, amici cari e fidati con cui condividere le gioie i sogni e qualche delusione.

La sua vita scorre su binari sicuri, l’assistentato in reparto, dove è considerato dal primario e dai colleghi, cene, qualche salto in discoteca e vacanze lampo con gli amici, il colpo di fulmine con Sonia, bellissima e solare, che disegna gioielli e fantasie, il quieto rapporto con i genitori e il fratello sposato.

Ma qualcosa incomincia ad andare storta, arrivano fatti nuovi a mutare piano piano il corso dell’esistenza, la gravidanza imprevista di Sonia, la responsabilità di essere padre e dare una svolta alle abitudini, e soprattutto un errore nella sua professione di medico, dovuto forse alla troppa sicurezza data dalla felicità del vivere, oppure a una superficialità di fondo nascosta nel carattere.

C’è tutto questo nel bel romanzo d’esordio di Petros Michalopoulos, 50 anni, di madre ticinese e padre greco, medico specializzato in dermatologia e venerologia alla Clinica Sant’Anna di Sorengo, in Canton Ticino, e scrittore quasi per caso, con il libro incominciato vent’anni fa quando, trentenne, sentiva le prime grandi responsabilità bussare alle porte, e lasciato nel cassetto dopo averlo concluso con un lavoro triennale e diversi ripensamenti.

“Errore nell’arte” – il titolo del libro si riferisce a quegli sbagli nell’arte medica compiuti per disattenzione o negligenza, o magari non per colpe manifeste, per i quali si compromette la salute del paziente, che talvolta perde la vita – scorre con un andamento quasi simenoniano, con il destino che piano piano entra in scena, condiziona la vita del protagonista e la ribalta. Dario, macerato dal senso di colpa per aver sbagliato a curare un paziente per un ascesso in apparenza banale, getta via ogni suo tesoro, Sonia e il bambino che aspettano, gli amici e i genitori, si chiude in sé stesso e incomincia a bere, fino all’imprevedibile finale della vicenda.

La scrittura di Michalopoulos è nitida e incalzante e descrive la vita di un trentenne in carriera che lavora a Bellinzona, nel Ticino felix, agiato e senza particolari pensieri se non lavorare tanto, divertirsi tanto, curare l’estetica e cacciare qualche bella preda femminile per poi commentare l’accadimento con gli amici, tra un bicchiere di Merlot e quattro risate.


Dario Rossi, alla fine, forse recita un po’ la parte, perché nell’intimo anche lui ha i suoi fantasmi, la sicurezza e la forza tranquilla di Sonia lo spiazzano, facendogli temere, con la responsabilità di una paternità imprevista e probabilmente non gradita, di perdere la libertà e il senso di onnipotenza tipico dell’età. È così?

Non tutti vogliono diventare padri, una gravidanza inattesa può generare molta confusione e destabilizzare la psiche. In più, Dario ha su di sé il peso dell’errore compiuto in ospedale, non aver dato un antibiotico al paziente prima di incidere l’ascesso e non aver compiuto un’anamnesi precisa e accurata. È un errore nell’arte medica, anche se, a sua discolpa, rimane il fatto che il paziente gli nasconde di essere cardiopatico. Alla fine lui genera un figlio ma causa la morte di un uomo.

Lei vive a Tresa, nel Malcantone, con la moglie e una bambina. Che cosa ha voluto mettere in questo libro?

Nel libro è presente il tema dell’incomunicabilità, Dario in difficoltà non si confida né con Sonia né con gli amici o i genitori, implode e si lascia trascinare dagli eventi. Si domanda se sarà più in grado di fare il medico, se se la sentirà di farlo o glielo lasceranno ancora fare, capisce che le decisioni sula sua vita non dipendono più da lui ma da altri ed è sepolto da un senso di vergogna. Il finale lascia aperte diverse riflessioni, e mi piace pensare che il lettore chiuda il libro chiedendosi se il problema di Dario si potesse risolvere in un modo diverso.

Lei sostiene che si debba scrivere di ciò che si conosce…

Nel libro, un terzo della storia viene da fatti e pensieri miei, un terzo da vicende vissute o captate dall’ambiente che mi circonda, e un terzo è inventato. Il cognome del protagonista, per esempio, tra i più diffusi in Ticino, è preso da quello di mia madre che era una Rossi. Io sono piuttosto emotivo e sensibile, e devo dire che dopo un intervento o una diagnosi incerta, qualche notte in bianco l’ho passata, con il dubbio di aver fatto o no nel migliore dei modi.

Medico e scrittore, sulla scia di colleghi famosi, da Céline ad Andrea Vitali. Pensa di dare un sequel al romanzo?

Sto pensando alla storia di un cinquantenne, quale sono oggi, riprendendo uno dei personaggi del libro, magari il fratello di Dario, Manuele, che lavora in banca, o il collega medico Arturo. Il tema dominante sarà quello dei cambiamenti della vita, dei sogni non realizzati e del desiderio, presente in ognuno di noi, di dare un taglio netto al passato e ricominciare da un’altra parte.


Scheda

L’autore
“Errore nell’arte” (Gabriele Capelli Editore, Mendrisio, pp. 278, euro 20) è il romanzo d’esordio di Petros Michalopoulos, nato a Sorengo, nel Canton Ticino, nel 1971 da madre ticinese e padre greco, medico dermatologo e venerologo alla clinica Sant’Anna di Sorengo. Laureato a Berna, dopo cinque anni di pratica come assistente in vari reparti e ospedali del Canton Ticino e un periodo come medico d’urgenza per il servizio ambulanze di Mendrisio e Chiasso, ha lavorato dieci anni nel reparto di dermatologia dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona.

“Errore dell’arte” è un racconto avvincente, che procede con linearità e permette al lettore di identificarsi e riconoscersi nei personaggi che lo animano. Fino all’inaspettato e crudo finale, in cui l’autore dà prova di saper sorprendere e stravolgere non solo la vita del proprio protagonista, ma anche le emozioni del lettore.
M. Chi.

Il libro
Dario ha trentadue anni e una carriera promettente davanti a sé. Ama il proprio lavoro, lo esercita con passione, osserva come lo svolgono i propri colleghi. E intanto, con la sua particolare sensibilità, vive: esce con gli amici, frequenta la sua famiglia, abita la sua casa. Un giorno conosce una ragazza e se ne innamora, ricambiato. La sua esistenza cambia, alcune cose accadono molto in fretta, Dario vive incertezze e paure ma continua ad andare avanti, a desiderare, ad amare. Una nuova vita si affaccia sulla sua.
Ma a seguito di un “errore dell’arte” tutto intorno a lui comincia a deformarsi, trasfigurando la gioia in dolore, la sicurezza in angoscia e trascinandolo verso un abisso di disperata impotenza. Dario vedrà davanti a sé un’unica via di fuga.
M. Chi.


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