© La Lettrice Assorta, 29.05.2021
INDELEBILE di Luca Brunoni
Lettrice Assorta
La pelle decorata porta con sé delle storie raccontate attraverso immagini o simboli. Nonostante la pratica del tatuaggio sia piuttosto antica, la spinta psicologica a farsi disegnare qualcosa di permanente è rimasta le stessa, anche se ci si è adeguati ai tempi.
Il protagonista di INDELEBILE si chiama Gionata e dentro la sua anima albergano demoni con i quali non riesce a convivere; la meditazione qualche volta lo aiuta:
“Chiudo gli occhi, allontano i rumori, mi concentro sul peso del corpo, sulla temperatura del respiro. A quel punto nella testa faccio un passo indietro dentro me stesso. Chiudo fuori tutto…Quel che succede dopo è difficile da spiegare. Un altro passo indietro e scivolo in un posto dove anche il mio io è chiuso fuori. Dove non c’è niente a parte la coscienza di esistere, respirare e nulla più. Non esiste né passato e né futuro. E’ lì che mi piace stare.”
La sua pelle è marchiata dall’inchiostro: righe, croci, parole scritte in minuscolo e ghirigori che si traccia da solo, tutti a rappresentare la stessa dolorosa storia.
INDELEBILE racconta di un ragazzo con un futuro davanti che dopo un forte trauma, decide di mettere da parte le ambizioni, smettere di fare progetti e porsi obiettivi, per vivere in una casa fatiscente e fare piccoli lavoretti saltuari per pagarsi bollette e piccole spese.
Un romanzo sulle cose che semplicemente accadono, ma che possono distruggere la mente con i sensi di colpa. Gionata non riesce a trovare pace, si ripete che “bisogna distinguere la sfortuna, le tragedie, dai casi in cui qualcuno è responsabile. E in quei casi, quel qualcuno deve pagare, In un modo nell’altro, deve pagare.” Si sente colpevole, e cerca di redimersi nella maniera più atroce: con la sofferenza. E i modi per farsi male sono molteplici, talvolta subdoli.
Dopo Silenzi, Brunoni torna nuovamente a parlare di tematiche difficili.
Ci sono errori che portano a conseguenze fatali, il cui peso si trascina per un’esistenza intera. E’possibile venire a patti con il senso di colpa e riuscire a predonarsi?
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