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© Illustrazione ticinese, Gennaio 2021

In viaggio per scoprire l’ignoto e noi stessi
di Natascha Fioretti

Un giro intorno al mondo – nel libro di Flavio Stroppini “Sotto il cielo del mondo” appunto –, una coperta di stelle a scaldare il cuore indurito dalle ferite della vita, incontri inaspettati e tante sorprese a sovvertire quel punto di vista ormai acquisito, scontato sulla propria esistenza. E poi una scelta presa in un momento cruciale che avrà delle conseguenze importanti e che ci ricorda come nella vita non sia possibile tornare indietro e avere una seconda opportunità.

Quando te la giochi, quando tradisci la fiducia di una persona che conta su di te, tutto il bene a l’amore non bastano a metterci una pezza. I cocci infranti a terra insomma non si ricompongono e non resta che assumersi le proprie responsabilità. Il tutto scritto nero su bianco da un padre, Alvaro, per sua figlia Alyssa. Per spiegarle come sono andate le cose. Perché ha abbandonato la madre. Forse perché nelle famiglie i destini si ripetono. Forse perché il richiamo del passato è stato più forte del futuro. Forse perché l’animo umano fa giri complessi che portano a complicarci la vita inutilmente quando tutto potrebbe essere semplice. O forse perché al cuor non si comanda, per quanto indurito e ferito prima o poi si desta e non resta che seguirlo.

Così Alvaro, cresciuto con la zia Ines che venera tutti i Santi, un giorno decide di scoprire chi era suo padre e si mette a seguirne le orme, grazie agli indizi che il lupo di mare gli ha lasciato quando era ancora in vita. Tra i tanti c’è una canzone, la canzone di Libero che accompagnerà Alvaro in ogni porto e in ogni luogo e – ad un certo punto – fa più o meno così… “in mezzo al mare sei attorniato solo dalla linea dell’orizzonte e ognuno ha la sua, perché ci vede quello che ci vede”.

La prima tappa del viaggio è a Gdansk in Polonia, qui incontra Pavel, un marinaio amico di suo padre. Seguono Bangkok, Istanbul, Crosshaven dove conoscerà Martha, Tunisi, Alang in India e poi il ritorno a casa.

Il viaggio come metafora della scoperta di sé stesso attraverso la conoscenza dell’altro e dell’ignoto. Un viaggio che nasconde un rischio, le parole sono quelle del suo amico Franco “Diventerai come tuo padre. Nessuno capirà niente e fotterai il cervello a qualcun altro che ti verrà a cercare. Questa cosa è un virus, una malattia, un’ossessione. Perché?”.

La storia sembra ripetersi, tale padre tale figlio. Facile lasciare gli ormeggi e salpare lasciando la responsabilità agli altri. Facile, in questo caso, soprattutto se si è uomini. Ma la lettera alla figlia Alyssa spiega tante cose e forse, alla fine, sotto il cielo del mondo Alvaro ha trovato la sua strada.

Link: IT


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