Bérénice Capatti
L’anno senza estate
Romanzo
15×21 cm, 256 pp, Euro 19,00
ISBN 978-88-31285-10-0
Disponibile anche in formato digitale su più piattaforme
Comincia a piovere sul sentiero che porta ai piedi del Monte Adula, la vetta più alta del Canton Ticino. Francesco Salemi, sessantotto anni, scivola in un burrone. L’unica testimone della sua fine è la ventenne Sara Gandolfi.
Francesco è un industriale di successo, proprietario di un’azienda di posateria in Brianza e grande amante della montagna. Ha conosciuto Sara un anno prima, nel bar di Milano in cui lei lavorava. Per lui era un periodo di stanchezza: deluso dai figli che lo affiancavano in azienda, cercava forze nuove per superare la crisi, e con un colpo di testa ha assunto quella ragazza senza qualifiche né esperienza.
Sara, che ha sempre arrancato nella vita, non può credere alla propria fortuna. Come nuova assistente di Francesco getta, però, scompiglio tra gli eredi di casa Salemi. Riporta alla luce odi sopiti e insofferenze verso un padre brillante ma autoritario. La situazione precipita quando Francesco si traferisce a Lugano; uno spostamento fisico e non solo. Sara lo segue, aggrappandosi come può all’ancora di salvezza che rappresenta, ma non è affatto detto che lui voglia condurla in un porto sicuro.
Bérénice Capatti ha scritto libri per bambini e adolescenti (Vi presento Klimt e Gaguin e il colore dei tropici, Edizioni Arka; Noi nella corrente, Rizzoli; L’incredibile tesoro di Gian del Mare, ESG). Questo è il suo primo romanzo per adulti, che ha avuto il sostegno della fondazione Pro Helvetia. Alla scrittura affianca l’attività di editor e traduttrice. Vive a Lugano.
Jasmin Mattei legge “L’anno senza estate” (video amatoriali)
RECENSIONI / SEGNALAZIONI / COMUNICATI
© pennalibri, 15.02.2023
Stanotte non riesco proprio a chiudere gli occhi serenamente perciò, anziché soffermarmi su ciò che è andato storto oggi, preferisco pensare cose belle.
Questa ne è una.
Vi ripropongo questa magnifica lettura.
“L’anno senza estate” è un romanzo di Bérénice Capatti pubblicato da Gabriele Capelli Editore.
La protagonista, Sara, è una giovane con un passato difficile alle spalle: due genitori praticamente assenti di cui il padre sconosciuto, l’ingresso all’istituto delle suore, la comunità, delle frequentazioni e dei coinquilini poco raccomandabili, un lavoro sottopagato.
Tutto cambia il giorno in cui, mentre lavora, fa la conoscenza di Francesco Salemi, sessantasettenne, imprenditore “fatto da sé” di una ditta grossa che produce posate di altissima qualità.
Quell’incontro sarà il primo spartiacque. La sua vita sarà segnata per sempre da quell’evento. Presto si troverà a dover fare delle scelte molto importanti che cambieranno le sorti di molti personaggi. Dovrà decidere cercando di cavarsela come ha sempre fatto ma con nuove prospettive che non le renderanno la cosa semplice.
Questo, come altre letture che ho fatto di questa casa editrice, è un libro di altissima qualità, sia per i contenuti che per la presentazione e la scrittura praticamente priva di refusi.
Sono 254 pagine che scorrono veloci, che vengono quasi divorate una volta iniziate. Il testo non si fa lasciare perché i colpi di scena e la voglia di conoscere il filo e il mistero che vela la vita di Francesco Salemi sono davvero tanti.
I personaggi sono caratterizzati in modo perfetto, i dialoghi e le descrizioni sono ben calibrate.
La storia a fine lettura si può rivedere in chiave più profonda, soprattutto il finale che è riuscito a farmi trattenere il respiro.
Sinceramente non mi aspettavo così tanto. Si mettono in gioco tutta una serie di elementi e di rapporti che si reggono su qualcosa di profondo.
Non è una semplice lettura. A mio avviso è un modo anche per riflettere sulle scelte che ognuno prende. È un modo per capire che ognuno può influenzare nel bene e nel male gli altri in una maniera così profonda da sconvolgerlo, da ucciderlo o da salvarlo, liberandolo.
Link: pennalibri
© RocknRead, 29.01.2021
Recensione di L’Anno senza estate – Bérénice Capatti
Una citazione:
“Sara non ricordava con precisione il giorno in cui aveva iniziato come barista all’Orinbocca; non avrebbe, invece, mai dimenticato l’esaltazione con cui alle otto e ventidue scese dall’autobus di fronte alla Salemi, il primo giorno di lavoro. Aveva la testa leggera, i polmoni che si dilatavano fino quasi a far male mentre percorreva il viale. Alzò lo sguardo al cielo terso, che prometteva una splendida giornata: il sole, ancora basso sull’orizzonte, allungava i suoi primi raggi sui vetri del palazzo facendoli brillare.”
Comincia a piovere sul sentiero che porta ai piedi del Monte Adula, la vetta più alta del Canton Ticino.
Francesco Salemi, sessantotto anni, scivola in un burrone. L’unica testimone della sua fine è la ventenne Sara Gandolfi.
Francesco è un industriale di successo, proprietario di un’azienda di posateria in Brianza e grande amante della montagna.
Ha conosciuto Sara un anno prima, nel bar di Milano in cui lei lavorava.
Per lui era un periodo di stanchezza: deluso dai figli che lo affiancavano in azienda.
Cercava forze nuove per superare la crisi e, con un colpo di testa, ha assunto quella ragazza senza qualifiche né esperienza, forse credendo di potersi salvare grazie alla sua freschezza e spontaneità.
Sara, che ha imparato a vivere sentendosi sempre in bilico, non può credere alla propria fortuna.
Come nuova assistente di Francesco getta, però, scompiglio tra gli eredi di casa Salemi.
La ragazza infatti si porta sulle spalle la propria identità, forgiata in anni di vita in comunità, tra strada e lavoretti saltuari. Questo riporta alla luce odi sopiti e insofferenze verso un padre brillante ma autoritario.
La situazione precipita quando Francesco si traferisce a Lugano; uno spostamento fisico e non solo.
Sara lo segue, aggrappandosi come può all’ancora di salvezza che rappresenta, ma non è affatto detto che lui voglia condurla in un porto sicuro.
Bérénice Capatti ha scritto libri per bambini e adolescenti, L’Anno Senza Estate è il suo primo romanzo per adulti.
Con una scrittura precisa, la Capatti riesce a coinvolgere il lettore con la storia toccante di un rapporto a tratti ambiguo tra due persone, entrambe in qualche modo borderline e fondamentalmente sole.
Persone che non fanno altro che aggrapparsi l’una all’altra, lambendosi senza mai entrare davvero in relazione.
Bisogno di ancoraggi sicuri e angoscia per il futuro uniscono difatti le due esistenze, che si influenzano in modo tanto profondo quanto superficiale.
La differenza di età e di estrazione sociale danno origine a un rapporto sbilanciato, e nessuno dei due saprà davvero cambiare l’altro.
Eppure Sara sarà l’unica scomoda testimone della morte del “Vecchio”, in un finale quasi “giallo”.
L’Anno Senza Estate rivolge lo sguardo, con garbo e sensibilità, su questioni alquanto complesse, come il suicidio assistito e il potere dei soldi e della ricchezza nell’ambito delle relazioni tra individui.
Ma anche, se non soprattutto, sulle conseguenze dell’amore.
Link: Rocknread
© Radio Lombardia, 19.01.2021
Lombardia in Libreria – L’anno senza estate di Bérénice Capatti
Di Paola Farina
L’intervista all’autrice: Lombardia in Libreria
È in libreria il romanzo “L’anno senza estate” di Bérénice Capatti, edito da Gabriele Capelli Editore. Una riflessione sul potere e sulla morte, incluso il tema del suicidio assistito, condotta attraverso la vicenda di una giovane donna e di un uomo sulla via del tramonto, all’interno delle complesse relazioni che caratterizzano le grandi “famiglie industriali”. Sara, giovane dal passato difficile che cerca un futuro nonostante una quotidianità solitaria e arrangiata, conosce per caso Francesco, “il vecchio”: fondatore e capo di un’azienda milanese di grande successo che produce posate di lusso, vicino alla sua fine lavorativa e in profondo conflitto con i due figli a causa dei loro ruoli e comportamenti nell’impresa. Bisogno di ancoraggi sicuri e paura per il futuro uniscono le due esistenze, che si allacciano e influenzano in modo tanto profondo quanto superficiale: nessuno saprà davvero cambiare l’altro, eppure Sara sarà l’unica scomoda testimone della morte del “vecchio”, in un finale quasi da thriller. Con una scrittura precisa e una vicenda ben costruita che si svolge tra Milano e Lugano, Capatti sa coinvolgere il lettore, che trascina con sé nel susseguirsi degli accadimenti che stravolgono la vita della sua protagonista.
© Rockerilla 485, 01/2021
L’anno senza estate di Bérénice Capatti
Link: Rockerilla
© Corriere dell’italianità, 19.12.2020
La vetrina dei libri
di Valeria Camia
Qualche consiglio di lettura per Natale – L’anno senza estate di Bérénice Capatti
Una Storia può iniziare in molti modi. Anche dalla fine. Con la Morte. Che forse però è, almeno per Sara, l’inizio.
Sara è giovane, quando un’incontro inaspettato, in un bar di periferia, le cambia la vita. Lei, barista, in lotta per non sommergere ai margini della società, si ritrova a rivestire un ruolo sempre più importante nella storia di una famiglia milanese, ricca e di successo, eppure disunita, problematica e, anche, infelice. A partire dall’uomo che l’ha salvata: chi è e chi è stato, questo, ormai anziano, Francesco, padre di famiglia, vedovo, uomo di successo, datore di lavoro, amante e forse malato? Sara scopre così che dietro a tanti sorrisi e piacevole apparenza, la famiglia di Francesco è segnata da divisioni, fragilità e ben poca serenità, restituendo alla giovane un ritratto in chiaroscuro di quel mondo della Milano “bene” alla quale la giovane non può che appartenere se non cavalcando una finzione. Poi l’ombra chiaroscura che aleggia sulla famiglia sembra allargarsi fino a includere anche la vita privata e le emozioni più intime di Sara: è riconoscenza o ammirazione, quanto sente per Francesco? Affetto, addirittura amore? O forse solo brama di ambizione e occasione di riscatto?
È un libro, quello di Bérénice Capatti, di vite ferite, di relazioni mai complete, rapporti umani spezzati, domande sul proprio e altrui passato e futuro.
È un libro anche sulla vita e sul fine vita, e sul potere di scegliere tanto quanto di imporsi. Consapevoli che scegliendo, le proprie decisioni non possono che avere un impatto anche sulle vite degli altri e che in ogni momento, allungare una mano – o no – può salvare chi ci sta accanto, oppure perderlo.
Link: Corriere dell’italianità
© La Provincia di Como, 28.12.2020, pp 42-43
Le asimmetrie di Bérénice
L’autrice luganese, nota per i suoi libri per l’infanzia, affronta ora con disinvoltura la narrativa per adulti: il risultato è convincente
Di Martina Toppi
Link: laprovinciadicomo.it
© Mangialibri, 02.12.2020
Bérénice Capatti, L’anno senza estate
di Connie Bandini
“Una lettura intensa e profonda che analizza, con garbo e delicatezza, questioni altrimenti piuttosto complesse”
Fine aprile. Sabato mattina. Sara può ancora poltrire a letto, perché il suo turno al bar comincia soltanto alle due e mezza del pomeriggio. Ed è proprio ciò che sta facendo, sdraiata, mentre guarda il soffitto di quella stanza che è stata per lei una vera benedizione. L’ha trovata un anno e mezzo prima ad un prezzo davvero ridicolo e Jasmina è sempre stata una buona coinquilina, anche se ultimamente, da quando si è messa con Nic, le cose sono cambiate. Una sera, poco tempo prima, Sara ha trovato Jas nella vasca da bagno, completamente rannicchiata su se stessa e con uno zigomo tumefatto. Si è inginocchiata sul pavimento e, accarezzandole i capelli, le ha più volte ripetuto che Nic non avrebbe più dovuto mettere piede in quella casa. Ma Nic in quella casa è tornato eccome. C’è anche in quel momento e per Sara sentirlo nuovamente lì, a fare il padrone, è insopportabile. Scivola fuori dal letto e si dirige verso la cucina. Non ha paura. Jas, seduta al tavolo, ha lo zigomo giallastro e il labbro un po’ più sgonfio e, nonostante Sara le ricordi di averglielo già detto, non manda via Nic, anzi sembra fingere che nulla tra loro sia accaduto. Oltre che essere un’idiota, Jas è anche un’ingrata, pensa poco dopo Sara mentre indossa jeans e maglia della sera precedente, abbandonati su una sedia. Sara l’ha medicata e consolata, ha ascoltato i suoi racconti rotti dal pianto e ha tenuto il cellulare acceso, mentre era a lezione, nel caso l’amica avesse avuto bisogno di lei. Quando sta per uscire e recarsi al lavoro, si affaccia nella camera della coinquilina e trova Nic sdraiato sul letto di Jas, intento ad accarezzarle il viso. Sara resta immobile un momento, incapace di dire alcunché. Poi si muove più in fretta che può, perché non ha più alcuna intenzione di stare a guardare quei due. Scende di corsa le scale, mentre la rabbia che ha dentro si indurisce e diventa un sasso che le preme sullo stomaco. Quel sasso con il quale vorrebbe colpire Jasmina, facendole più male di quanto gliene abbia fatto quel bastardo di Nic…
Bérénice Capatti, autrice di libri per bambini e adolescenti, nonché editor e traduttrice, propone, nel suo primo romanzo rivolto a un pubblico adulto, la storia toccante di un rapporto a tratti ambiguo tra due persone, entrambe in qualche modo borderline e fondamentalmente sole, che non fanno altro che aggrapparsi e intrecciarsi una all’altra senza mai entrare davvero in relazione. Si tratta di Sara e Francesco: lei, con un passato piuttosto difficile e un presente nel quale continua ad arrancare e a sentirsi sempre più spenta, e lui, “il Vecchio”, determinato e dispotico fondatore di un’azienda lombarda di successo – che sta tuttavia attraversando un momento piuttosto delicato – in continuo conflitto con i figli a causa dei rispettivi ruoli all’interno dell’attività di famiglia.
Due esistenze che si annusano e si allacciano, riconoscendo nell’altro il proprio timore per il futuro e la propria necessità di avere un porto sicuro nel quale poter gettare l’ancora e trovare un po’ di ristoro. La differenza di età e di estrazione sociale daranno origine a un rapporto sbilanciato, cresciuto all’ombra di intrighi, interessi e questioni familiari irrisolte.
Vissuta tra l’Italia e la Svizzera, ciò che tra i protagonisti si consuma è una storia di passione e carnalità, ma anche di solitudine e amarezza e nessuno dei due, in fondo, riuscirà a cambiare davvero l’altro, mai, fino alla morte.
Una lettura intensa e profonda che analizza, con garbo e delicatezza, questioni altrimenti piuttosto complesse, come il suicidio assistito e il potere di soldi e ricchezza all’interno delle relazioni tra individui.
Un’interessante riflessione su ciò che davvero siamo, sulle prospettive inattese – per quanto a volte inefficaci – che si aprono solo quando pare non esserci più alcun futuro e sui molteplici e variegati volti dell’amore.
Link: Mangialibri
© il Quotidiano del sud, 28.11.2020
L’anno senza estate
Link: il Quotidiano del sud
© L’Adigetto, Quotidiano online Trentino Alto Adige, 25.11.2020
Storie di donne, letteratura di genere/351
Di Luciana Grillo
Bérénice Capatti, «L’anno senza estate»
Poco più di un mese fa ha fatto la sua comparsa nelle librerie il primo romanzo di Bérénice Capatti, autrice di testi per bambini e ragazzi, con alle spalle una ricca esperienza di editor e traduttrice.
Questo romanzo, fin dalle prime pagine, ruota intorno alla figura di Sara, una ragazza dal passato complicato, la cui vita è segnata dalla mancanza dei genitori e da un senso angoscioso di solitudine.
La sua giornata trascorre in un bar, dove lavora e dove incontra un mondo vario, fatto di studenti, di operai, di professionisti.
Prepara il caffè come un automa, come se fosse alle prese con una catena di montaggio, «riempiva il filtro del caffè, lo agganciava alla macchina, serviva – cucchiaino, bustina di zucchero – poi lo svuotava picchiandolo nel cassetto dei fondi e ricominciava…La velocità le dava il senso di essere invulnerabile».
È qui, tra un caffè e un altro, che viene notata da un maturo industriale, Francesco Salemi, che la contatta e le offre un lavoro.
Le sembra di toccare il cielo con un dito: potrà lasciare la stanza in subaffitto e i suoi sgradevoli abitanti, potrà studiare con calma e prendere il diploma, potrà cambiare ambiente e conoscere persone migliori.
L’azienda è molto importante, ma conserva un’impronta familiare: Francesco, il capo, è autoritario e autorevole; dei tre figli il primo, Luca, ha preferito trasferirsi a Parigi e coltivare la sua passione per gli studi umanistici, mentre gli altri due, Andrea e Angelica, lavorano e subiscono il continuo confronto con il padre-padrone che ha saputo costruire un impero partendo da zero.
Andrea «lo sapeva, quello che dicevano di lui, nei corridoi. Sapeva esattamente le parole che usavano, spesso volgari, a volte feroci, per indicare che non aveva la stoffa di suo padre»; Angelica, con due bambini e un marito sempre lontano per lavoro, segue l’azienda, ma con maggiore impegno si applica ad opere caritatevoli.
L’arrivo di Sara suscita inquietudine, invidia, maldicenze. Francesco la invita a incontri di lavoro e di famiglia, le offre una casa, sembra trattarla come una figlia, ma in realtà si spinge oltre, mentre Sara subisce ricatti dai suoi pessimi «amici» che l’avevano accolta nella loro casa, dietro pagamento di una modesta quota di affitto.
Francesco prende decisioni che rompono i già precari equilibri aziendali, «si sedette al capo del tavolo, senza dar segno di notare il posto vuoto del figlio accanto al suo», sostituisce la figlia «che credo preferisca concentrarsi sulla sfera personale e sociale», licenzia Mirco Ripaldi dicendogli: «Non abbiamo bisogno di gente che ostacola lo sviluppo dell’azienda. La prego di portare via oggi stesso le sue cose e lasciare il badge a Sara», confessa alla ragazza: «Andava fatto. Ma non immagini com’è stato difficile».
Altre decisioni premono, l’acquisto di una casa in Svizzera e un piccolo appartamento per Sara (o per gli ospiti), qualche passeggiata in montagna, l’aggravarsi di una malattia, infine la visita alla Exit per programmare il suicidio.
E Sara è con lui, e lo rimane fino alla fine.
Qui si potrebbero aprire infiniti discorsi sulla scelta di morire, mentre Sara si allontana in treno, ancora sentendo «Francesco che le straziava le viscere per farsi ascoltare, non avendo più voce. Chissà se era quello che altri avrebbero chiamato amore».
Romanzo intenso, scritto con rigore esemplare, che lascia, in chi l’ha letto, molte domande senza risposte.
Link: L’Adigetto
© il Cittadino, ed. Monza e Brianza, p. 41, 19.11.2020
“L’anno senza estate”: sotto le ceneri di una famiglia industriale brianzola
Link: il Cittadino
© Turné Soirée, RSI LA1, 14.11.2020
Turné Soirée
Lo spettacolo dei libri
A cura di Damiano Realini
Il servizio di Claudia Quadri e Alfio De Paoli sul libro di Bérénice Capatti “L’anno senza estate”. Per gentile autorizzazione della RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana
Link: Turné Soirée
© Corriere di Como, 16.11.2020
Cultura e spettacoli
Ambientato ad Albate il romanzo “L’anno senza estate”
È in libreria il romanzo L’anno senza estate di Bérénice Capatti, edito in Svizzera da Gabriele Capelli Editore, ambientato prevalentemente ad Albate presso Como. Si tratta di una riflessione sul potere e sulla morte, incluso il tema del suicidio assistito, condotta attraverso la vicenda di una giovane donna e di un uomo sulla via del tramonto, all’interno delle complesse relazioni che caratterizzano le grandi “famiglie industriali”.
Sara, giovane dal passato difficile che cerca un futuro nonostante una quotidianità solitaria e arrangiata, conosce per caso Francesco, “il vecchio”: fondatore e capo di un’azienda di Albate di grande successo che produce posate di lusso, vicino alla sua fine lavorativa e in profondo conflitto con i due figli a causa dei loro ruoli e comportamenti nell’impresa. Bisogno di ancoraggi sicuri e paura per il futuro uniscono le due esistenze, che si allacciano e influenzano in modo tanto profondo quanto superficiale: nessuno saprà davvero cambiare l’altro, eppure Sara sarà l’unica scomoda testimone della morte del “vecchio”, in un finale quasi da thriller.
Assunta nell’azienda pur non avendo esperienza né formazione adeguate, forse perché Francesco pensa di potersi salvare grazie alle sue freschezza e ingenuità, la ragazza cercherà in ogni modo di non perdere l’occasione per rivoluzionare la propria vita. Ma Sara saprà rinunciare alla propria identità, forgiata in anni di vita in comunità, tra strada e lavoretti saltuari? E Francesco troverà, attraverso la sua vicinanza, la sicurezza che cerca per sé e la propria azienda?
«Mi interessa il tema del suicidio assistito – spiega l’autrice Bérénice Capatti, nata a Milano, oggi residente a Lugano – e mi affascinano le dinamiche relazionali che si vivono all’interno delle grandi famiglie industriali. Nel costruire i due protagonisti ho cercato di raccontare un non-rapporto, perché Sara e Francesco sono capaci di aggrapparsi l’uno all’altra, ma non di entrare davvero in relazione».
Link: Corriere di Como
© L’Osservatore, 07.11.2020
Se non promette, mantiene…
Di Elena Spoerl
Dei primi romanzi si dice spesso che sono “promettenti”. Ma L’anno senza estate – romanzo d’esordio di Bérénice Capatti, appena uscito da Gabriele Capelli editore – è un testo che non promette: già mantiene. È una storia valida, come valida si dimostra la scrittura dell’autrice, che vive a Lugano, ha alle spalle dei libri per bambini e per ragazzi e lavora principalmente quale traduttrice.
Nel romanzo si percepiscono forza, freschezza e competenza, sia nella narrazione che nello stile. A cominciare dalla circolarità del testo, dove la fine ricalca e conferma l’inizio. O, viceversa, è forse l’inizio che anticipa la fine?
Promettente è semmai, già in apertura, il futuro della protagonista, la giovane Sara a cui il destino apre un’inattesa quanto eccezionale ascesa, sia professionale che sociale.
Bambina abbandonata in istituto, Sara proviene da un ambiente povero, senza affetti e senza benessere. Il lettore la conosce ventenne, quando lavora come barista all’Orinbocca e abita da un’amica che convive con un poco di buono. Sara ha una certa grinta, affronta la sua gioventù precaria senza demordere e frequenta corsi serali per migliorare le sue competenze professionali. Al bar viene notata da Francesco Salemi, un anziano industriale che le offre un posto come sua assistente. Sara supera il periodo di prova, è assunta, trova una certa sicurezza economica ed entra in contatto con la famiglia di lui, conosce l’attività di un’impresa affermata e l’ambiente borghese.
A un tratto Francesco la guardò. «Grazie» disse, come se si accorgesse soltanto allora di averla davanti.
Posò la sua mano su quella di lei. Non strinse troppo come aveva fatto nel sogno, ma intrecciò le dita calde alle sue in un modo che non poteva essere equivocato.
«Le famiglie sanno essere pericolose» osservò con una secca risata. Si sforzava di mostrare un’espressione tranquilla, ma l’impronta della rabbia non era sparita. «Pensaci bene prima di avere dei figli.»
«Oh, non ne avrò» replicò lei con voce sicura. «Preferisco non trasmettere a nessuno il mio pessimo carattere.»
«Hai un pessimo carattere?» chiese Francesco, divertito.
«Più o meno come te.»
Lui scosse la testa. La mano non si era mossa.
La storia si snoda tra la Brianza, Milano e Lugano. Le descrizioni – mai troppo lunghe e che si alternano gradevolmente ai dialoghi, allo svolgimento e alle riflessioni dei personaggi – si rivolgono quindi spesso a una geografia a noi familiare.
Il primo capitolo ricalca l’ultimo, abbiamo detto in apertura. La loro prima frase è identica: Il Vecchio morì sul sentiero per la capanna Quarnei all’inizio di giugno.
Una morte accidentale? Le 254 pagine del libro tengono in sospeso il lettore fino alla fine. Non si tratta però di un giallo. Tutto ruota attorno a un dramma. La fine di Francesco fa da preludio all’inizio della vita adulta di Sara. Il giorno che cominciò a lavorare per lui, circa un anno prima di quell’anno senza estate, Sara infatti sentiva finalmente di andare incontro al proprio destino, e non ai miseri surrogati che aveva frequentato fin lì.
Link: L’Osservatore
© Convenzionali, 26.10.2020
Libri
“L’anno senza estate”
di Gabriele Ottaviani
Voleva dimostrare a ogni costo di essere un giudice equo, che ignora le leggi del sentimento ferito.
L’anno senza estate, Bérénice Capatti, Gabriele Capelli editore. Industriale geniale e di successo, quasi settantenne, appassionato di montagna, brianzolo deluso dai figli che ha sempre trattato con autorità, freddo come le posate che produce, un giorno, in cerca di nuovi stimoli, Francesco Salemi assume come sua assistente Sara, ventenne che lavora in un bar e che si trasferisce poi con lui a Lugano, gettando, com’è prevedibile, scompiglio tra i rampolli che, come tradizione vuole, bramano sopra ogni cosa quello che tutti considerano un diritto ma che in realtà non lo è affatto, trattandosi di un mero atto di generosità, ossia l’eredità. Si dà il caso che un giorno di pioggia Salemi infatti cada in un burrone, che Sara sia la sola testimone, e che la polvere sotto il tappeto, d’improvviso, sbuffi fuori…
Brillante, caratterizzato da una prosa che seziona con precisione chirurgica l’animo umano e le dinamiche interpersonali, il romanzo di Bérénice Capatti è una prova letteraria lucida e riuscitissima.
Link: Convenzionali
© Pensieri Accesi, 25.10.2020
L’anno senza estate di Bérénice Capatti
Di Paola Blandi
Protagonista di “L’anno senza estate” di Bérénice Capatti è una strana coppia.
Lei è Sara Gandolfi, ventenne con un passato difficile che si arrabatta come può, senza una vera casa nè una famiglia. Lui è Francesco Salemi, sessantotto anni, industriale di successo, proprietario di un’azienda di posateria in Brianza, padre di due figli che lavorano in azienda. Decisamente annoiato dal lavoro che non gli dà più stimoli, dai due figli che a suo parere non sono in grado di sostituirlo quando non ci sarà più, decide di andare in pensione e trasferirsi a Lugano.
Sara ha un passato di abbandoni famigliari ma dopo avere lasciato la comunità che la accoglieva, ha ripreso a studiare e sogna un futuro tutto suo.
I due si conoscono al bar dove lei lavora per pagarsi il subaffitto da un’amica. Francesco un giorno le lascia il suo biglietto da visita e dopo averla valutata, d’istinto la assume. Per Sara è un colpo di fortuna ma anche un’iniezione di fiducia. Tra loro nascerà qualcosa che va oltre il rapporto di lavoro, una storia d’amore clandestina e difficile, fatta di alti e bassi, tra le invidie in azienda e le aperte ostilità dei due figli di Francesco che si vedono estromessi dall’azienda da quel padre-padrone che fa sempre di testa sua. Ma il punto è che Francesco ha un segreto che ha voluto confidare a Sara; un fardello che rischia di schiacciare la ragazza.
Ambientato tra la Brianza, Milano, Lugano e le sue montagne. Ed è proprio su un sentiero di quella montagna che li aveva uniti, che le loro strade si divideranno.
Il primo romanzo “per adulti” della svizzera Bérénice Capatti (autrice finora di libri per l’infanzia) ha il merito di affrontare con grazia e rigore il tema difficile dell’eutanasia e di mettere in primo piano le due anime complicate e contorte dei protagonisti, che vanno avanti seguendo l’istinto: una verso il futuro e la luce, l’altra verso il buio e la fine.
Non solo un gap generazionale, dunque, ma un incrocio di destini che si rivelerà esplosivo per entrambi, cambiandoli per sempre.
Link: Pensieri Accesi
© La Lettrice Assorta, 22.10.2020
L’ANNO SENZA ESTATE di Bérénice Capatti
L’ANNO SENZA ESTATE di Bérénice Capatti è una storia profonda e toccante, capace di affrontare con delicatezza e sensibilità argomenti spinosi, come quello del suicidio assistito e l’impatto del potere e del denaro sulla vita delle persone.
Francesco Salemi, detto il “Vecchio” è fondatore e capo di una grande azienda lombarda che produce posate di lusso. Sara, una studentessa metodica e tenace di ventun anni che lavora per mantenersi agli studi. I due si incontreranno presso il bar dove la ragazza lavora; due esistenze che si intrecciano casualmente a dare vita ad una relazione ricca di sfumature, alcune piuttosto ambivalenti. Determinato e abituato a far ripettare la sua volontà, Francesco sembra voler decidere per tutti, fuori e dentro l’azienda; pungente la considerazione di Sara a questo proposito: “Eccoli i cortigiani di sua maestà: la figlia volubile ormai riammessa a corte, con i bambini a fare decoro, e tutti gli altri a sparare sorrisi che sono solo smorfie grottesche”. La differenza d’età e di condizione socio-culturale, genera un rapporto sbilanciato e a tratti ambiguo: “provava un groviglio di sensazioni quando pensava a Francesco un intreccio di ammirazione, orgoglio, timore e qualcosa di vischioso e soffice, su cui non voleva soffermarsi”.
Una lettura ambientata tra Italia e Svizzera, che si consuma sullo sfondo degli intrighi di palazzo e delle questioni di sangue. La famiglia di Francesco, al di là dell’impressione di forza, si rivela lacerata, come anche la sua azienda, che attraversa un momento delicato. Le pagine scorrono setose a scandire una trama mai banale e protagonisti molto ben delineati dal punto di vista psicologico. Il finale mi ha fatta sobbalzare, sono rimasta a bocca aperta: è perfetto e si addice alla personalità assolutamente borderline di entrambi i personaggi principali.
Consigliato!
Link: La Lettrice Assorta
© Lilith Hendrix, 14.10.2020
Recensione: L’anno senza estate
Sono emozionata nel poter recensire un romanzo edito Gabriele Capelli Editore.
Vi lascio il mio pensiero per “L’anno senza estate”: una lettura delicata, coinvolgente e molto riflessiva.
Titolo: L’anno senza estate
Autore: Bérénice Capatti
Editore: Gabriele Capelli Editore
Ambientato tra Italia e Svizzera, il romanzo presenta toni drammatici e lascia il segno. Letteralmente, sono rimasta molto colpita da come è stato modellato il tutto. I protagonisti di questa storia sono Sara e Francesco, due anime distanti, con una considerevole differenza di età ma anche un perno comune che li tiene legati. Sara è una giovane donna, è una anima determinata e indipendente. È una donna un po’ spenta e che tira avanti nella vita, ha avuto la sfortuna di incontrare persone poco raccomandate e non vive in un ambiente roseo. Francesco, invece, è un imprenditore, un uomo molto più grande di lei e sicuro di sé, alle prese con la sua azienda, si trova spesso coinvolto in discussioni con i suoi figli per come gestirla e alzarne la visibilità nel mercato. Lei e lui si sono conosciuti tra uno sguardo e un altro, in un bar e da qui lei lo ha seguito sul posto di lavoro. Sono quasi subito travolti da una passionale, delicata e drammatica vicenda d’amore. In fondo a questo libro c’è una bella riflessione su ciò che siamo, ciò che cerchiamo e come gli eventi della nostra vita tendono a svolgersi in un modo anziché un altro secondo un irrazionale filo logico. Andrebbe preso un po’ tutto con più filosofia. C’è passione, c’è coinvolgimento ma c’è anche solitudine e l’amarezza di una vita sfinita, spenta e monotona. Mi è piaciuto molto, vi consiglio vivamente questa lettura.
Il libro è disponibile su store online e librerie varie!
TRAMA
Comincia a piovere sul sentiero che porta ai piedi del Monte Adula, la vetta più alta del Canton Ticino. Francesco Salemi, sessantotto anni, scivola in un burrone. L’unica testimone della sua fine è la ventenne Sara Gandolfi.
Francesco è un industriale di successo, proprietario di un’azienda di posateria in Brianza e grande amante della montagna. Ha conosciuto Sara un anno prima, nel bar di Milano in cui lei lavorava. Per lui era un periodo di stanchezza: deluso dai figli che lo affiancavano in azienda, cercava forze nuove per superare la crisi, e con un colpo di testa ha assunto quella ragazza senza qualifiche né esperienza.
Sara, che ha sempre arrancato nella vita, non può credere alla propria fortuna. Come nuova assistente di Francesco getta, però, scompiglio tra gli eredi di casa Salemi. Riporta alla luce odi sopiti e insofferenze verso un padre brillante ma autoritario. La situazione precipita quando Francesco si traferisce a Lugano; uno spostamento fisico e non solo. Sara lo segue, aggrappandosi come può all’ancora di salvezza che rappresenta, ma non è affatto detto che lui voglia condurla in un porto sicuro.
L’AUTORE
Bérénice Capatti ha scritto libri per bambini e adolescenti (“Vi presento Klimt” e
“Gauguin e il colore dei tropici”, Edizioni Arka; “Noi nella corrente”, Rizzoli;
“L’incredibile tesoro di Gian del Mare”, ESG). Questo è il suo primo romanzo per
adulti. Alla scrittura affianca l’attività di editor e traduttrice.
Link: Lilith Hendrix
COMUNICATO STAMPA
L’anno senza estate di Bérénice Capatti
Il suicidio assistito, le relazioni complicate in una grande “famiglia industriale” lombarda e l’intreccio tra due esistenze, quella della giovane complicata Sara e del vecchio capo dell’azienda di successo, che si intrecciano disperate senza mai entrare davvero l’una nell’altra. Fino alla morte.
È in libreria da lunedì 5 ottobre il romanzo L’anno senza estate di Bérénice Capatti.
Una riflessione sul potere e sulla morte, incluso il tema del suicidio assistito, condotta attraverso la vicenda di una giovane donna e di un uomo sulla via del tramonto, all’interno delle complesse relazioni che caratterizzano le grandi “famiglie industriali”.
Sara, giovane dal passato difficile che cerca un futuro nonostante una quotidianità solitaria e arrangiata, conosce per caso Francesco, “il vecchio”: fondatore e capo di un’azienda lombarda di grande successo che produce posate di lusso, vicino alla sua fine lavorativa e in profondo conflitto con i due figli a causa dei loro ruoli e comportamenti nell’impresa. Bisogno di ancoraggi sicuri e paura per il futuro uniscono le due esistenze, che si allacciano e influenzano in modo tanto profondo quanto superficiale: nessuno saprà davvero cambiare l’altro, eppure Sara sarà l’unica scomoda testimone della morte del “vecchio”, in un finale quasi da thriller.
Assunta nell’azienda pur non avendo esperienza né formazione adeguate, forse perché Francesco pensa di potersi salvare grazie alle sue freschezza e ingenuità, la ragazza cercherà in ogni modo di non perdere l’occasione per rivoluzionare la propria vita. Ma Sara saprà rinunciare alla propria identità, forgiata in anni di vita in comunità, tra strada e lavoretti saltuari? E Francesco troverà, attraverso la sua vicinanza, la sicurezza che cerca per sé e la propria azienda?
«Mi interessa il tema del suicidio assistito – spiega l’autrice Bérénice Capatti, nata a Milano, oggi residente a Lugano – e mi affascinano le dinamiche relazionali che si vivono all’interno delle grandi famiglie industriali. Nel costruire i due protagonisti ho cercato di raccontare un non-rapporto, perché Sara e Francesco sono capaci di aggrapparsi l’uno all’altra, ma non di entrare davvero in relazione».
Con una scrittura precisa e una vicenda ben costruita, Capatti sa coinvolgere il lettore, che trascina con sé nel susseguirsi degli accadimenti che stravolgono la vita della sua protagonista.
ESTRATTO
Sara non ricordava con precisione il giorno in cui aveva iniziato come barista all’Orinbocca; non avrebbe, invece, mai dimenticato l’esaltazione con cui alle otto e ventidue scese dall’autobus di fronte alla Salemi, il primo giorno di lavoro. Aveva la testa leggera, i polmoni che si dilatavano fino quasi a far male mentre percorreva il viale. Alzò lo sguardo al cielo terso, che prometteva una splendida giornata: il sole, ancora basso sull’orizzonte, allungava i suoi primi raggi sui vetri del palazzo facendoli brillare.
Entrando strappò un saluto al solito portiere, che la annunciò ai piani alti. Si guardò di sfuggita nello specchio dell’ascensore stipato mentre saliva, e sorrise. Sorrise di essere lì, e non a riempire filtri del caffè o infornare brioche surgelate. Sorrise perché le sembrava di riuscire a mimetizzarsi, più o meno. Il rosso fuoco di un henné era sbiadito, la giacca di Caterina s’intonava a quelle che aveva intorno. Sentiva finalmente di andare incontro al proprio destino, e non ai miseri surrogati che aveva frequentato fin lì.
L’AUTRICE
Bérénice Capatti ha scritto libri per bambini e adolescenti (Vi presento Klimt e Gauguin e il colore dei tropici, Edizioni Arka; Noi nella corrente, Rizzoli; L’incredibile tesoro di Gian del Mare, ESG). L’anno senza estate è il suo primo romanzo per adulti, che ha avuto il sostegno della fondazione Pro Helvetia. Alla scrittura affianca l’attività di editor e traduttrice. Vive a Lugano.
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