© domanipress, 30.10.2019
In libreria: “Latte e sangue” di Carlo Silini, l’atteso sequel del romanzo storico “Il ladro di ragazze”
“Latte e sangue” è la drammatica storia di Maddalena de Buziis, una giovane donna dal passato oscuro e dal futuro incerto, a causa di un uomo ossessionato dal sangue e dalla vendetta. Lo scrittore svizzero Carlo Silini ambienta il suo libro nel Seicento nei luoghi tra il Ceresio e il lago di Como, riproponendo le atmosfere opprimenti e le affascinanti suggestioni del suo precedente romanzo storico, Il ladro di ragazze, e raccontando il destino della nipote del Mago di Cantone, Maddalena.
In una vicenda tetra e sanguinosa, in cui i colori caldi della passione si mischiano a quelli accesi della violenza, si narra di una donna che pur nelle difficoltà e nelle privazioni riesce a mantenere puro il suo spirito e viva la speranza di una vita migliore. Maddalena deve fuggire dalla propria casa ed è costretta a sperimentare la più triviale intolleranza, ma nonostante tutto il dolore riesce a conservare il suo profondo legame con la natura, e da essa trarne forza. Maddalena “non era nel bosco, lei era bosco”: questa unione panica descritta nelle sue danze tra gli alberi è un motivo ricorrente che dona spessore alla protagonista, rendendola ora eterea ninfa dei boschi, ora donna fatta di carne e sangue. Ed è la carnalità di Maddalena ad emergere con tutta la sua potenza sensuale e dirompente nel corso della narrazione, contrapponendosi all’aridità degli uomini che tenteranno di rubare la sua vitalità. Soprattutto nelle spietate scene che raccontano del processo per stregoneria in cui lei viene coinvolta, si può avvertire forte il divario che c’è tra la luce e l’oscurità, tra la concretezza dell’amore e la vanità dell’odio. La storia di Maddalena racconta di colpe mai espiate e del coraggio di resistere, degli abissi in cui spesso precipita l’anima umana ma anche delle vette che a volte sa raggiungere.
Latte e sangue è un romanzo storico che abbraccia tutte le contraddizioni di un secolo ambiguo e brutale: “erano anni feroci, quelli, a Mendrisio. Si moriva per niente – per niente si ammazzava. Il peggio è che la gente ci si era abituata. Si scannavano tutti, democraticamente, senza distinzione di censo”. Attraverso una scrittura densa e ricercata e immagini di rara bellezza, Carlo Silini racconta una storia amara che presenta una protagonista indimenticabile bella come le donne dei dipinti rinascimentali e forte come Madre Natura, e un antagonista agghiacciante, che scivola come uno spettro tra le tombe, e che brama come un vampiro il sangue e il terrore.
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