Napoli, la musica e il ‘700 – Sant’Onofrio e la contessa


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© ANSA.it, 13.02.2022

Libri: esce ‘Sant’Onofrio e la contessa’ di Rosario Vitale

Napoli, la musica e il ‘700 nel romanzo dell’autore pugliese

(ANSA) – Arriva domani in libreria il nuovo romanzo dello scrittore pugliese Rosario Vitale, ‘Sant’Onofrio e la contessa’ (Gabriele Capelli Editore).

Ambientato a Napoli, nell’estate del 1737, il libro racconta la storia di un paraguaiano benestante con la passione per la musica, Rodolfo Pimi Degli Esposti, che sceglie Napoli per i suoi studi musicali.

“Un ragazzo umile”, come si presenta lo stesso protagonista, “ma che non ama essere umiliato”; un giovane dal cuore puro, legato alla madre lasciata in Paraguay e alla quale scrive lettere colme d’amore, che si lascia affascinare prima da una janara, una giovanissima strega e abile cantastorie, e poi dalla “contessa” Natalia, in realtà una trovatella scappata via dall’orfanotrofio.

La trama del romanzo è anche un abile pretesto per conoscere meglio eventi storici importanti come l’inaugurazione del Teatro San Carlo (avvenuta proprio nel 1737) e personaggi che hanno segnato quel secolo lontano, da Raimondo di Sangro principe di Sansevero (“la mente più eccelsa in città”) a Francesco Durante, allievo di Alessandro Scarlatti e insegnante al conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana. Un personaggio purtroppo un po’ dimenticato, Francesco Durante, e che pure fu maestro di Pergolesi e soprattutto di Paisiello, che ebbe la fortuna di conoscere Mozart.
Tra i protagonisti del libro non manca il compositore Domenico Sarro, anch’egli pugliese (nacque a Trani nel 1679), proprio come l’autore del romanzo, che ha vissuto a lungo a Foggia anche se oggi risiede a Padova.

‘Sant’Onofrio e la contessa’ è un libro capace di trasportarci in un secolo affascinante, farci ammirare la bellezza immortale di Napoli e anche farci riflettere.

“Per essere felice, non importa quello che è – dice la janara nel romanzo – ma quello che credi; non conta quello che vedono gli altri, conta solo ciò che gli occhi tuoi vedono”.

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