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Umberto Domina (Enna, 1922 – Milano, 27 maggio 2006)
Umberto Domina era noto (in famiglia) per essere stato l’autore di alcuni libri umoristici e di un impianto elettrico che accendeva la luce del bagno quando si spegneva quella dell’anticamera.
Cominciò a scrivere a sei anni (allora le scuole materne non c’erano) e continuò imperterrito. Un suo romanzo, L’Anonima Concimi, è stato un duro colpo per la mafia. Gli altri, La moglie che ha sbagliato cugino, Garibaldi ore 21, Morti di nebbia, Siamo tutti umoristi, Ma tu pallida oliva, perché…, L’incredibile relatà sono stati un duro colpo per l’editore.
Ha scritto per la RAI (sketch) e per suo figlio (temi), ha vinto due volte il Premio Bordighera e raramente il Nobel, raccoglieva ogni sorta di stranezze e non sapeva dove fosse Terni.
Profondo cultore delle scienze esatte, quando non scriveva, escogitava.
Privo del più elementare senso dell’orientamento, trascorreva il tempo libero su tram che andavano nella direzione opposta. Si doleva di non essere mai stato l’unico superstite e di non aver mai assistito ad uno di quegli episodi che i giornali riportavano sotto il titolo: «Avvenente svedese si denuda improvvisamente per strada».


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