Breve e sorprendente romanzo di Odile Cornuz – LuciaLibri


© LuciaLibri,26.02.2024

Letture
Odile Cornuz, anatomia di una violenza psicologica
di Simone Bachechi

“Fucile” è il primo romanzo della poetessa svizzera Odile Cornuz. La protagonista è al secondo matrimonio, ma presto la passione cede al passo all’abitudine: tra cuori vulnerabili e relazioni tossiche, si corre verso un finale lirico e liberatorio…

Leggendo Fucile (166 pagine, 18 euro), Gabriele Capelli editore, l’esordio al romanzo di Odile Cornuz, poetessa e scrittrice svizzera di lingua francese, uscito oggi, può anche venire in mente la celebre frase presa da uno dei capolavori di Tolstoj, Anna Karenina: “Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”, benché ciò che racchiude tale iconico assunto non sia che una delle chiavi di lettura del volume.

Universalità

Lo sfondo è un’anonima località svizzera in un non meglio specificato anno della fine del secolo scorso. Ai protagonisti non è attribuito volutamente un nome ma sono semplicemente contrassegnati come “l’uomo”, “la donna”, “la bambina”, quasi a voler denotare simbolicamente l’universalità di una storia nella quale ognuno, almeno in parte, si possa rispecchiare.

La storia parla di una donna la quale dopo la fine del matrimonio da cui è nata “la bambina”, e del quale si intuiscono i dettagli nel capitolo iniziale (prologo) instaura una relazione con un altro uomo dal quale scaturirà un nuovo matrimonio. La vita della nuova famiglia scorre negli anni in una placida quotidianità segnata da gesti e eventi abitudinari come un picnic nel bosco, una nuova casa come territorio di una nuova vita e nuovi orizzonti, mentre il passato affiora a sprazzi, come il futuro con le sue promesse e i suoi foschi presagi. I rituali domestici, i giochi con il cane, le cene, i silenzi, la routine e le serate sul divano davanti alla televisione segnano il passaggio dalla passione iniziale all’abitudine, con una tensione strisciante che sfocia nell’esplosione della crisi, in una sorta di coazione a ripetere, quasi a voler dire che le cose che ci facevano stare bene sono destinate a diventare irrimediabilmente la copia originale di quelle che ci facevano stare male… (continua a leggere)


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