«“La” donna è tante donne», “La moglie” di Anne-Sophie Subilia – SvizzerAmo


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© SvizzerAmo, 29.10.2023

I libri di Svizzy – La Moglie
by SvizzerAmo

Per ironia della sorte il libro La moglie della scrittrice belgo-svizzera Anne-Sophie Subilia esce sotto i tipi di Gabriele Capelli proprio nello stesso periodo di un avvenimento tra i più tragici della storia recente del Medio Oriente: l’attacco terroristico di Hamas e la risposta militare di Israele.

Anne-Sophie Subilia (© Turné, RSI)

La trama racconta la vita quotidiana a Gaza, in Palestina di una donna inglese, Piper, al seguito del marito svizzero delegato della Croce Rossa. La vicenda si svolge tra gennaio e agosto 1974, in un periodo di tempo che in Israele ha visto diventare primo ministro Yitzak Rabin (colui che successivamente, nel 1993, firmerà gli accordi di Oslo con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e contemporaneamente, il massacro di bambini in una scuola di Ma’alot e la immediata ritorsione israeliana.

Di questi fatti il libro non fa menzione, la storia racconta piuttosto della difficoltà di comunicazione tra due (o tre) mondi che non sanno, non possono e, probabilmente, non vogliono trovare un punto d’incontro. Questa difficoltà si percepisce dalla solitudine della protagonista che è sì una privilegiata in un contesto di miseria, ma non ha praticamente contatti umani. La sua vita scorre insulsamente tra l’attesa dell’indaffaratissimo marito e il nulla, l’abitudinaria e vuota frequentazione del Beach Club – oasi per funzionari occidentali – al venerdì sera, le lunghe passeggiate sulla spiaggia e i bagni in mare.

“La” donna è tante donne

Nel libro Piper è sempre chiamata “la donna” (la sua identità la scopriamo in altra maniera), anche se il titolo originale in francese è “L’Épouse”, tradotto esattamente “la Moglie. È significativo che venga piuttosto sottolineato il suo ruolo di “tipo” femminile e in una situazione disperata e disperante che la spinge verso la malinconia e l’allontanamento dal marito, Piper trova un po’ di umanità nell’incontro con tre personaggi: Hadj, anziano giardiniere la cui tenacia e talento riusciranno a creare un’oasi di colore e verde nel suo giardino sabbioso (una metafora del cuore della “moglie”?); Naima, una bimba figlia di pescatori che incontra di lontano di tanto in tanto sulla spiaggia dove vive in una casupola, ma con la quale non riuscirà mai a stabilire un vero contatto. Il terzo personaggio è Mona, psichiatra all’ospedale di Gaza, una donna nubile per scelta in una società dove la donna “deve”essere legata a un uomo per trovare un significato. Forte ed energica è l’anima di un’associazione a favore delle ex-detenute palestinesi. Tramite lei Piper conosce altre donne “impegnate” e si sforza a sua volta per cercare di aiutare dall’alto della sua posizione privilegiata. Una solidarietà al femminile, quasi momento di dolcezza in una vicenda aspra che si trascinava (e si trascina) da troppo tempo.

È così un romanzo femminile e femminista che sottolinea la solitudine, la banalità quotidianità e la ricerca del proprio ruolo di Piper come paradigma di tante donne in tutto il mondo.

Con questo libro Anne-Sophie Subilia ha vinto il Premio svizzero di letteratura 2023.

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