Santagostini, De Angelis e Alborghetti i vincitori del Premio Letterario Nazionale ‘Galbiate’
Sono stati consegnati i premi del concorso letterario nazionale “Galbiate” alla presenza di Federico Bonifacio, vicepresidente del parco Monte Barro e di Carlo Greppi, presidente della comunità montana del Lario Orientale, nonché dei rappresentanti dei comuni di Garlate e Valmadrera.
Presieduta da Piero Marelli, la giuria era composta da Marco Bellini, Ivan Fedeli, Marco Rota, Alfredo Panetta, Giovanni Invernizzi e Gianfranco Scotti.
“Fiore all’occhiello della nostra comunità, quest’edizione del premio letterario nazionale “Galbiate” si è concentrata sulle raccolte poetiche pubblicate in volume. Siamo molto orgogliosi dell’elevata partecipazione. Pensate che i giurati hanno dovuto valutare ben 220 testi”.
Franco Limonta, assessore alla cultura del comune di Galbiate
“Dapprima abbiamo ridotto la selezione da 220 a 30 testi. Tra quei 30, abbiamo poi scelto i 7 finalisti. 3 premiati e 4 segnalati dalla giuria. Tra i libri rimasti fuori da questo gruppo di sette ci sono pubblicazioni per Einaudi, Garzanti e Mondadori. È stata dura escludere qualcuno”.
Marco Rota
“Laddove è possibile, inevitabilmente non si valuta solo il libro in sé ma anche il percorso che l’autore ha compiuto nel tempo”.
Marco Bellini
PREMIATI
1°
Mario Santagostini
Il libro della lettera arrivata, e mai partita
Garzanti, 2022
2°
Milo De Angelis
Linea intera, linea spezzata
Mondadori, 2022
3°
Fabiano Alborghetti
Corpuscoli di Krause
Gabriele Capelli Editore, 2022

“Corpuscoli di Krause è una raccolta profondamente meditata e rappresenta una grande rottura rispetto al mio percorso. Tutti i temi che tratto seguono il filo narrativo dell’incertezza, dell’identità, della paura costante. Con questo testo ho voluto chiudere definitivamente una fase del mio percorso di poeta per poterne iniziare una nuova”.
Fabiano Alborghetti
Motivazione critica
L’attenzione agli ultimi e il senso universale del dolore: sin dalle prime prove – vedi Registro dei fragili – Fabiano Alborghetti indaga, con occhio attento da sentinella, il silenzio dell’animo umano proprio mentre si infrange contro l’indifferenza di una realtà titanica da affrontare: realtà data, mai simile a sé stessa e sempre in contrasto, comunque altra da noi. Vigila il presente, il poeta; lo fa con un linguaggio lucido, mai banale, suo scopo è denunciare meravigliando. Così accade in Corpuscoli di Krause, opera maiuscola che segna la completa maturazione di un autore mai simile a sé stesso e sempre ispirato. La gestazione del lavoro abbraccia l’arco temporale di un decennio e rappresenta, in fieri, un’epoca complessa, presa in ogni minimo intorno e caratterizzata da figure umane che scivolano in modo plastico, irrisolto, ciascuna nel suo dramma. Giunge l’Alborghetti, complice – a mio avviso – l’assidua frequentazione della poesia di Buffoni e Pusterla, alla reificazione di una società che, nella sua malattia sveviana, tende ad implodere: oppure, e questa è la grandezza dell’autore, sullo sfondo agisce da comprimaria una pietas sospesa, soffocata ma necessariamente presente, viva. Colpisce, infine, la forma, riflesso di uno studio serio e rigoroso ormai ventennale: tutto si distende levigato, talvolta con una musicalità interna discreta ed efficace; Alborghetti struttura un verso sempre calibrato, scava a fondo nelle sue potenzialità espressive, da ciò deriva un senso di attesa nel lettore mai pienamente soddisfatta e l’idea di una poesia che rimanda ad altro, destruttura. Così accade nei grandi autori.
Ivan Fedeli
SEGNALAZIONI
Alessandra Corbetta
Estate corsara
Puntoacapo, 2022
Stefano Massari
Macchine del diluvio
MC Edizioni, 2022
Christian Negri
L’età del ferro
Terra d’Ulivi, 2021
Stefano Simoncelli
Sotto falso nome
Perquod, 2022
Giacomo Vit
Vous dal grumal di aria
Puntoacapo, 2018
