© lalettriceassorta – 28 febbraio 2019
IL LADRO DI RAGAZZE di Carlo Silini
Lettrice Assorta
Oggi voglio parlare di un romanzo che mi ha coinvolta come pochi altri, intitolato IL LADRO DI RAGAZZE di Carlo Silini e pubblicato da Gabriele Capelli Editore. Qui di seguito la trama che ho sintetizzato per voi, ovviamente priva di spoiler.
Mentre tra le lacrime Maddalena invoca il coraggio di non dimenticare i tragici fatti di sangue accaduti ventisette anni prima, una statua sfila tra la folla portata dai membri della Confraternita dell’Addolorata il giorno del Venerdì Santo. Si tratta della Vergine delle sette spade, ultima traccia materiale di un’inconcepibile vicenda della quale il mondo aveva occultato la memoria con desolante rapidità.
IL LADRO DI RAGAZZE è ambientato nel 1631 e comincia in primavera con la presentazione del personaggio di Tonio, giovane piacente e un po’ stralunato, detto il fulmine: è il servo preferito di Gorini, un uomo di mondo e di ruvido intuito che lo tratta come un figlio; il suo lavoro è quello di essere gli occhi e le orecchie di Gorini a Mendrisio, Balerna e a Riva San Vitale. Tonio è intimamente convinto che non si sposerà mai e cerca dunque di sfruttare al meglio la sua condizione di uomo libero. Un giorno però, incontra Maddalena detta Lena, che conosce fin da bambina, di una bellezza poco appariscente schiva, mimetica, sfuggente, e si sente trafitto da un amore irrimediabile: “per una così potrei uccidere, considerò scivolando nel sonno. Non poteva immaginarlo, era una profezia”.
Intanto, intorno alla pianura tra Mendrisio e Capolago, da mesi si discute sotto voce di rapimenti selvaggi ai danni di figlie del popolo, opera di un oscuro negromante, il Mago di Cantone e dei suoi quattro uomini. Gorini si lambicca su questa diceria tanto insistente quanto inquietante e chiede al fedele Tonio di indagare su dove siano finite queste ragazze. Quando Lena svanisce nel nulla, la situazione precipita…
IL LADRO DI RAGAZZE è un romanzo considerevole, scritto con grande padronanza. Fin dalle prime mi ha rapita con una storia davvero coinvolgente, a partire dall’ambientazione storica: i baliaggi svizzeri a sud delle Alpi e del Ducato di Milano nella prima metà del Seicento, resi suggestivi dalla bravura dell’autore nel rappresentare con competenza e fedeltà, le atmosfere, i contesti sociali, religiosi e popolari del periodo fin nelle minuzie. Nonostante la mole importante del libro, la lettura è talmente soddisfacente e scorrevole che non se ne sente il peso, anzi, non vedevo l’ora di avere un attimo di libertà per rituffarmi tra le pagine e vedere come andava a finire. Gli ingredienti per una ricetta ben riuscita ci sono proprio tutti: scrittura dinamica, fluida e disinvolta, contesti resi perfettamente, personaggi interessanti, complotti, una storia d’amore e infine un bel mistero, reso ancor più denso, dall’atmosfera che lo avviluppa.
Ho apprezzato molto il personaggio di Tonio, che inizialmente mi era sembrato un tantino infido. Man mano che la lettura procede, invece, si dimostra ingenuo ma rapido a comprendere le cose, scaltro e con grande capacità di adattamento. Inoltre ho apprezzato la sua costanza nel tentare di ritrovare Lena, la cui assenza vive come un’amputazione: anche a distanza di mesi dalla sua scomparsa, si trascina qua e là alla ricerca di indizi e di idee. La sua ostinazione diventa ancor più tenace quando si ritrova perso negli abissi del male: da semplice e innocente spettatore balza in prima fila nell’opera del demonio, anche lui a declamare la sua parte…
Ho avuto modo di riflettere, come molte altre volte quando si parla di questi periodi storici, sulla condizione delle donne, alle quali non si perdonava il possesso di bellezza e libertà. Emblematico un episodio raccontato attraverso una reminiscenza di Barbara De Buziis, la quale torna con la memoria ad un momento drammatico vissuto quando, trascinata dai suoi fratelli, è costretta ad assistere all’esecuzione di una donna tacciata di essere una strega: l’atrocità alla quale è stata sottoposta la povera accusata soprattutto perché continuava a proclamarsi innocente, è impensabile e orribile! Non svelo di più. Del resto l’epoca in questione è ricca di episodi di giustizia sommaria e crudeltà.
L’autore ha una scrittura matura, competente, e ricca di stile. La tipologia di romanzo mi ha riportato alla mente Ken Follett che adoro, e fa dell’attenzione ai dettagli, che si rispecchiano sopratutto nell’uso di un linguaggio aderente alla realtà dell’epoca, il suo punto di forza.
Il finale, appagante, segna la giusta ed attesa resa dei conti.
Potrei scrivere ad oltranza su questa lettura, ma mi fermo qui. Se amate i romanzi scritti bene, con belle e fedeli ambientazioni storiche, vendette atroci dove la rassicurante voce della pietà viene messa a tacere senza nessuna titubanza, amabili da leggere, coinvolgenti e avventurosi, questa storia fa per voi. Consigliatissima!
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