In occasione di questa ristampa riportiamo parte dell’articolo di Roberto Roveda uscito su L’Unione Sarda:
Uno scrittore abile di far rivivere quel Far West nostrano rappresentato le terre lombarde e della vicina Svizzera nel Seicento. Luoghi che erano frontiera e terra di nessuno, contese tra la Confederazione elvetica, che però aveva il suo cuore oltre le Alpi, e Milano, dominata da una Spagna all’inizio del suo declino. Gli unici realmente interessati a quelle terre parevano gli inquisitori della Diocesi di Como, sempre alla ricerca di “eretici” e streghe in quest’epoca oscura di scontro tra cattolici e protestanti.
Silini ci restituisce con maestria, partendo dall’attenta consultazione dei documenti dell’epoca, il clima di superstizione e sospetto di quei giorni lontani. Soprattutto ci testimonia la miseria della povera gente, oppressa dai potenti ed esposta alle bizze della natura.
Con pochi tratti e grazie alla vivacità dei tanti dialoghi che intessono il racconto ci restituisce in pieno la psicologia di questi umili, quello che albergava nei loro cuori e animava le loro azioni.
Ecco, è proprio questo a colpire maggiormente in questa opera prima: la maturità della narrazione e l’accuratezza nella gestione dei personaggi. Poco o nulla stride nel romanzo di Silini, tutto sembra necessario, utile al racconto, anche la violenza e la depravazione, che non vengono mai mostrate con compiacimento o con calcolato sensazionalismo.
Tutto è pervaso da una profonda umanità, da una pietas che privilegia gli oppressi, ma non dimentica mai completamente neppure gli oppressori. E questo contribuisce a sentirsi parte del racconto: coprotagonisti e non semplici lettori.
L’Unione Sarda, 7.7.2019
Quando il selvaggio West non era così lontano.
Con “Il ladro di ragazze” Carlo Silini ci porta in un Seicento violento e senza legge.
Di Roberto Roveda
Il video di presentazione della trilogia:
La trilogia:


