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© L’Osservatore, 01.05.2021

Paradeplatz, è qui l’universo
di Manuela Camponovo

Dal Blog al libro, l’ormai coppia creativa, Yari Bernasconi e Andrea Fazioli, ha portato dall’online alla carta il curioso e originale progetto legato a Paradeplatz, piazza iconica e simbolica zurighese. Ogni mese, attraverso le stagioni e il tempo, nel 2018 gli scrittori si erano dati appuntamento lì, come osservatori, esploratori. Un viaggio, a suo modo, che pone diverse stratificazioni di lettura, anche tecnicamente come viene suggerito nelle “Istruzioni per l’uso”, la più classica è quella di seguire l’avventura pagina dopo pagina. I due sono legati da certe scambievoli affinità, la passione per l’investigazione ad esempio, per il mistero, per l’attribuzione fantastica all’apparentemente banale quotidianità che, se si sa cogliere, esprime sempre un sottofondo di inaspettato. La piazza in questo caso è un perfetto esempio di nonluogo, come può esserlo un aeroporto, la più composita eterogeneità di persone che l’attraversano, diverse e nuove. In un attimo, solo gli autori, provvisti di taccuino, sono già “vecchi”, fermi lì, a guardare quel vertiginoso movimento facilmente paragonabile ad un concentrato di mondo e alla vita stessa; lì, con il loro bagaglio di riferimenti poetici e letterari, meditazioni filosofiche o giocose, che possono impunemente passare dalla nota di costume alla meccanica quantistica in una divertente ma anche sapiente macedonia testuale, a cui anche il lettore è chiamato a partecipare. Mentre i passanti diventano personaggi di un immaginario altrove, forse il tema dominante tra riflesso e riflessione, è la specularità, di osservatori e osservati, come in un acquario, oppure nell’“effetto treno”, in questo caso tram, chi sale, chi scende, chi aspetta, infinito potrebbe essere il concatenarsi di metafore, ma attraverso lo specchio dei finestrini, s’intromettono universi paralleli e mistificanti, nell’equivoca sembianza di immobilità e movimento. E nell’identificarsi con i soggetti, esternointerno, prendere gli altri per prendere se stessi. Fanno parte di questo intrico di eventi, anche ritardi, smarrimenti, incontri mancati o a distanza, mediati da un’altra specularità, data dallo schermo del cellulare. Oltre a citarsi a vicenda (i passaggi in cui si capisce chi scrive cosa), Bernasconi e Fazioli trasformano la piazza fisica (non dimentichiamo “piazza” finanziaria) in luogo della mente e della memoria, in una parata felliniana di colori e stravaganze, di allegra e disperante malinconia dove ovviamente non manca il ventoso seme della follia.

In quest’epoca di pandemia dove, a parte tutti i problemi che conosciamo, molti subiscono la frustrazione di non poter viaggiare e sognano mete esotiche, questo libro ci mostra che appena là fuori esiste tutto un mondo da scoprire, basta saper guardare.

«Altre cose viste: due ragazze che si scattano un selfie davanti ai bancomat; un cieco che entra da Lindt & Sprüngli; ventinove fra uomini e donne che camminano con un bastone (compreso il cieco); due scolaresche; un uomo che si soffia il naso nella maglietta; un mozzicone di sigaro cubano in un vaso; una donna con un velo ciclamino (…) tredici carrozzine; innumerevoli cravatte; nuvole; bandiere; un elefante a rovescio; due monaci buddisti con l’ombrello…».


Link: L’Osservatore


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