© La Lettrice Assorta, 21.11.2020
SOTTO IL CIELO DEL MONDO – Flavio Stroppini
“Sotto il cielo del mondo costruiamo le nostre rovine. Quando ci è chiaro cominciamo a combattere: contro la cattiva sorte, i nostri errori, la coscienza, tutto ciò che ci è avverso”.
Romanzo vivido e sfaccettato, “SOTTO IL CIELO DEL MONDO” di Flavio Stroppini racconta di Alvaro, cresciuto con sua zia Ines in un piccolo paese aggrappato alle Alpi, senza aver mai conosciuto i genitori:
“Respirai, mangiai e crebbi senza pensare troppo all’amore di madri e padri”.
Libero, il padre di Alvaro fa il marinaio; l’unica prova della sua esistenza sono le cartoline che ogni tanto invia dai suoi viaggi:
“Mi convinsi che mio padre aveva un segreto. Uno di quelli veri. Uno di quelli che valgono una vita, una famiglia, un figlio”.
Fino al compimento dei diciotto anni, Alvaro cresce con tante domande e altrettanti sogni, ma soprattutto con un atteggiamento cinico e dimesso nei confronti della vita. La notizia della morte di Libero gli arriva improvvisa e carica di mistero: scopre che il padre che non vede da decenni, era tornato a vivere non molto distante dal suo paese e aveva costruito al centro del salotto, una bizzarra nave della lunghezza di almeno sei metri: sul pavimento ritagli di giornale, fogli, appunti, cartine geografiche e fotografie.
Il romanzo racconta di un rapporto padre figlio non risolto. Le pagine testimoniano l’evoluzione di questa relazione disfunzionale, attraverso un viaggio per il mondo che conduce a nuove prospettive sull’esistenza e sull’amore.
Libero ha un modo tutto suo di dimostrare l’amore, ruvido, come la sua esistenza, sferzata dalla salsedine e dalla fatica. Ho apprezzato questa storia difficile, il taglio psicologico e positivo che l’autore ha scelto di imprimerle, la narrazione semplice e scorrevole. I protagonisti sono entrambi vittime e carnefici, ciascuno a suo modo, entrambi in cerca di riscatto.
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